Bio-City
Credits
Project:
Mikhail Kudryashov,
Simon Rasorguev
Collaborators:
Natalia Stepanova,
Irina Melnikova
Support:
Architectural Faculty of Yaroslavl State Technical University
Client:
The Modern Art Centre
УArs-ForumФ
http://x-4.narod.ru/bio
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l`ARCA #183 | luglio-agosto 2003 | ISSN 0394-2147
Agora
Dreams and Visions
Il concetto
di УreteФ si identifica spontamente con quello di УcittaФ, non fossТaltro
che per il comune rinvio a un sistema omogeneo e coerente di relazioni
e di funzioni sul quale lТuno e l'altro in definitiva si fondano. Questa
identificazione ha naturalmente una sua storia, che parte dall'antica
citta-stato, la polis isolata, murata, autosufficiente e in grado di irraggiare
intorno a se un potere di subordinazione o, quanto meno, di dissuasione,
e arriva alla moderna city, aperta e integrata in uno sterminato tessuto
di connessioni che ne alimentano l'intricata circolazione di informazioni
e decisioni. Nella situazione postmoderna questa situazione si e ulteriormente
evoluta, almeno nella misura in cui la mobilita e i sempre piu perfezionati
strumenti di comunicazione hanno annullato non solo le distanze, ma anche
il reticolo di ubicazioni e la scala gerarchica tra grandi e piccole citta.
Sicche alla fine lo spazio urbano e diventato un luogo mentale, un riferimento
culturale: non un punto definito nel territorio, ma un momentaneo esser-qui-e-ora,
che definisce una logica temporale, piu che spaziale.
In questo contesto, gia definito negli ultimi decenni del XX secolo, e
emersa la nuova - e dilagante - realta dell'informatica e della telematica,
che ha impresso al disegno generale della citta moderna una variazione
profonda, non tale da scardinarne i presupposti storici, ma certo in grado
di segnare una svolta radicale nella sua evoluzione. La "rete"
e la realta urbana del nostro tempo: realta incorporea, che annulla definitivamente
la dimensione spazio-temporale e da vita a un'altra logica, quella della
simultaneita e dell'immediatezza. "La rete e il sito urbano che ci
fronteggia", ha scritto William]. Mitchell nel suo La citta dei te
(Milano 1998). Ma si tratta di un sito nuovo, tutto da pensare. "Sara
una citta sradicata da qualsiasi punto definito sulla superficie della
terra", prosegue Mitchell, "configurata dalle limitazioni della
connettivita e dell'ampiezza di banda, piu che dall'accessibilita e dal
valore di posizione delle proprieta, ampiamente asincrona nel suo funzionamento,
abitata da soggetti incorporei e frammentati che esistono come collezioni
di alias e di agenti elettronici. I suoi luoghi saranno costruiti virtualmente
dal software e non piu fisicamente da pietre e legno; questi luoghi saranno
collegati da legami logici al posto di porte, passaggi e strade".
Il che pone pero l'interrogativo cruciale, quello sul quale la cultura
progettuale del prossimo futuro dovra esercitarsi al meglio delle suo
risorse: quale sara l'organizzazione e il destino socioculturale di questa
citta? Ovvero, per dirla con Mitchell: "Che forma daremo alla citta
dei bits? Chi sara il nostro Ippodamo?".
Una possibile risposta a questa domanda ci viene dalla Russia, con il
progetto di una "Bio-City" redatto da Michail Kudryashov e da
suoi collaboratori. Cio cui Kudryashov tende non e una citta semplicemente
tecnologica, nella quale il concetto di rete si configuri come il mezzo
nel quale il fine e gia implicito, ma una citta pulsante con gli stessi
ritmi di un organismo vivente, capace di adattarsi alle varie situazioni
modificando le proprie strutture, cre
scendo o assottigliandosi e seconda delle esigenze collettive. La "rete"
assume qui una configurazione organica. Il paragone col
corpo vivente e qualcosa di piu di una similitudine: e un modello, nel
quale si realizza intimamente l'antica utopia della citta plasma
ta sulla struttura funzionale e gerarchica del corpo umano. I dispo sitivi
elettronici, la logica informatica e le potenzialita della telema
tica operano qui come semplici dispositivi il cui valore dipende non dalla
loro efficacia, ma dal ruolo che svolgono nell'ambito dell'intero sistema.
All'ottimismo tecnologico oggi molto diffuso,
che vede nella tecnica la risposta a tutte le domande e ignora la costitutiva
assenza di senso che essa pure esplicitamente denuncia, si sostituisce
lТottimismo utopico, ondamentalmente irrisolto, che configura un semplice
scenario, garantito unicamente dal senso profondo che la componente etica,
intrinseca al progetto utopico, gli assegna...
Maurizio Vitta
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